AUTOVELOX: DAL 12 GIUGNO OPERATIVE LE NUOVE REGOLE

Il 12 giugno 2025, trascorso il termine di un anno per adeguarsi alle nuove norme, diventano definitivamente operative le disposizioni del decreto Autovelox (decreto MIT 11 aprile 2024) che riguardano il corretto posizionamento delle postazioni di controllo.
Da questa data i dispositivi finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni sui limiti di velocità, devono essere collocati su strada rispettando le modalità del nuovo decreto, che ha introdotto (sulla carta) regole più chiare.
Il nuovo decreto Autovelox 2024 definisce le modalità di collocazione delle postazioni di controllo ove sono installati i dispositivi e i sistemi di misurazione delle violazioni sui limiti di velocità, nonché le modalità d’uso di tali dispositivi e sistemi. Le modalità si applicano ai dispositivi, alle postazioni di controllo e ai sistemi sia di nuova installazione che già esistenti.
Le novità principali sono:
- stop agli autovelox non omologati;
- regole rigide sul posizionamento e le distanze minime;
- parere obbligatorio dei Prefetti per l’installazione.
In concreto i comuni che adottano apparecchi non omologati dovranno infatti disattivarli (in base a una recente sentenza della corte di cassazione), e dovranno essere rispettate delle distanze minime di 1 km tra una postazione di rilevamento della velocità e l’altra, per evitare l’effetto “trappola” con autovelox posizionati a poche centinaia di metri l’uno dall’altro. Infine l'installazione di un nuovo autovelox potrà avvenire solo dopo aver ottenuto il parere del Prefetto della provincia competente. Questo passaggio serve a garantire che la decisione non sia presa in autonomia dal singolo Comune, ma sia soggetta a una valutazione superiore che tenga conto della sicurezza stradale a livello più ampio.
In particolare l'ultimo aspetto riguarda la volontà di eliminare il cosiddetto effetto cassa da parte di comuni, che solo nel 2024 (dati codacons) ha visto le principali 20 città d'Italia incassare la cifra considerevole di 650 milioni di euro.
con l’obiettivo di mettere fine alla giungla regolamentare degli ultimi anni, come dimostra l’altissimo numero di ricorsi.