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SCATTANO I DAZI SULLE AUTO ELETTRICHE CINESI

Dopo l’annuncio del 12 giugno, da oggi l’UE imporrà nuovi dazi sulle auto elettriche importate dalla Cina.

I dazi sono provvisori: dureranno infatti al massimo quattro mesi (quindi all’incirca fino a novembre), termine entro il quale sarà presa una decisione sui dazi definitivi attraverso il voto a maggioranza qualificata degli Stati membri UE. Qualora il voto risultasse favorevole, i dazi sulle auto elettriche cinesi rimarrebbero in vigore per cinque anni.

La Commissione europea ha deciso di applicare ‘dazi individuali‘ in base al livello di collaborazione offerto dalle case cinesi durante l’indagine anti-dumping e alla quantità di sussidi ricevuti dallo Stato. La maggiormente stangata risulta la SAIC Motor, che tra gli altri produce anche le MG, mentre BYD è stata meno colpita. Si tratta di misure ‘compensative’ che pertanto si aggiungono alla tariffa ordinaria del 10% già applicata sull’import di auto elettriche di qualsiasi provenienza. Ecco le nuove tariffe doganali sull’importazione di auto elettriche cinesi in vigore dal 5 luglio 2024 (a cui deve sommarsi il 10%):

  • BYD: 17,4% (totale 27,4%);
  • Geely: 19,9% (totale 29,9%);
  • SAIC: 37,6% (totale 47,6%).

Gli altri produttori cinesi di auto elettriche che hanno collaborato all’inchiesta dell’UE, ma non sono stati inclusi nelle ispezioni e nelle richieste di informazioni da parte dei funzionari europei, saranno invece soggetti a un dazio medio supplementare del 20,8%. Tra questi ci sono Xpeng, Nio, Leapmotors, Great Wall, Chery, Aiways, Voyah e Seres, oltre a diverse joint-venture tra case cinesi ed europee. Invece i produttori che non hanno collaborato all’inchiesta subiranno un dazio aggiuntivo del 37,6%.

La Commissione UE ha precisato che nelle prossime settimane proseguiranno i contatti a livello tecnico al fine di raggiungere una soluzione compatibile con l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) e che risponda adeguatamente alle preoccupazioni sollevate dall’Unione Europea dinanzi ai sussidi statali cinesi che agevolano ingiustamente i produttori locali a danno di quelli europei.

L'indagine anti-sussidi sulle auto elettriche cinesi è stata avviata dalla Commissione Europea lo scorso 4 ottobre, giungendo alla conclusione che “l’intera catena del valore dei veicoli elettrici a batteria beneficia pesantemente di sussidi ingiusti in Cina e che l’afflusso di importazioni cinesi sovvenzionate a prezzi artificialmente bassi rappresenta quindi una minaccia di pregiudizio chiaramente prevedibile e imminente per l’industria dell’UE“.

Bruxelles stima che nel pieno della fase di transizione dai veicoli con motore a combustione interna a quelli elettrici, la quota di mercato dell’industria europea sia diminuita dal 68,9% nel 2020 al 59,9% nel periodo compreso tra ottobre 2022 e settembre 2023, mentre la quota di mercato della Cina sia aumentata dal 3,9% al 25%. Pertanto, sempre secondo la Commissione,  c’è il rischio che la crescente presenza dei veicoli elettrici cinesi possa frenare lo sviluppo dell’industria europea, con perdite per 2,5 milioni di posti di lavoro diretti e 10,3 milioni indiretti senza interventi da parte delle istituzioni europee.

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