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LA NUOVA COSTRUZIONE RESIDENZIALE CONTINUA AD ESSERE L'ANELLO DEBOLE DELLE COSTRUZIONI EUROPEE

I risultati presentati in occasione dell'ultima conferenza Euroconstruct vedono il settore dell’edilizia abitativa attraversare una fase critica: nel biennio 2023-2024 il valore dell’output settoriale perde il 10%, mentre il resto del mercato registra un modesto incremento (+2%), nel prossimo biennio crescerà meno del 2% complessivamente (+1,8%), pari a meno della metà rispetto all’intensità della crescita attesa per tutto il segmento non residenziale, edilizio e infrastrutturale (+4,3% tra il 2024 e il 2026). 

Lo riporta il Cresme, effettuando una panoramica del mercato abitativo europeo dai primi anni 2000 ad oggi.

Il disegno della curva che descrive la dinamica del mercato abitativo europeo dai primi anni 2000 a oggi, fatto da profonde oscillazioni tra la fase di massima espansione 2005-2007, quella della successiva profonda crisi che ha drasticamente ridimensionato il mercato fino ai livelli minimi 2012-2013, il ritorno alla crescita a partire dal 2014, fino alle più recenti contrazioni nel 2020 e 2023-2024, è spiegato dal comportamento della nuova costruzione.

Nei primi anni 2000 in Europa si investivano in media 630 miliardi per la costruzione di nuove abitazioni, 100 miliardi in più della relativa riqualificazione e manutenzione ordinaria. Dal 2004 inizia una importante espansione che culmina con i circa 770 miliardi del 2007-2008, 200 miliardi in più rispetto a quanto si investiva nel rinnovo. Dal 2008 il mercato cambia scala, i nuovi investimenti crollano fino ai 350 miliardi del triennio 2012-2014, oltre 200 miliardi al di sotto dei livelli del rinnovo. Dopo un periodo in cui le due curve si avvicinano, dal 2022 la forbice si divarica e il differenziale tra i due ambiti di attività continua a crescere, con gli investimenti in nuova costruzione che scendono sotto il 40% del totale residenziale. In base alle ultime stime, dopo la contrazione del 9,7% registrata lo scorso anno, nel 2024 perderanno un altro 10% (-9,5%), e rimarranno stagnanti nelle previsioni al 2026.

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