REGISTRO TITOLARI EFFETTIVI - DAL CONSIGLIO DI STATO NUOVO STOP FINO AL PROSSIMO 19 SETTEMBRE
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Assofiduciaria, sospendendo l'operatività del Registro dei Titolari Effettivi fino al 19 settembre.
La decisione giunge a seguito di un appello presentato da Assofiduciaria per ottenere l'annullamento, previa sospensione, del decreto attuativo del registro ai fini antiriciclaggio.
IL CONTESTO DELLA SOSPENSIONE
Il 9 aprile, il Tar del Lazio aveva respinto i ricorsi presentati dalle fiduciarie e dalle società di gestione di trust, che avevano chiesto la sospensione del decreto attuativo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT).
Questo decreto prevedeva che entro l'11 dicembre fosse completato il primo adempimento di comunicazione dati al registro.
Dopo il rigetto del TAR, il decreto era entrato nuovamente in vigore, lasciando ai soggetti coinvolti solo 48 ore per adempiere agli obblighi di iscrizione al registro. In risposta, erano state pubblicate due circolari – una dalle Camere di Commercio e una dal MIMIT – che avvisavano della nuova scadenza e offrivano indicazioni per agevolare l'adempimento.
L'APPELLO
L'appello, presentato al Consiglio di Stato da Assofiduciaria, evidenziava il grave e irreparabile danno derivante dall’immediata applicazione del decreto, sottolineando che l'incertezza interpretativa riguardo ai tempi e modalità di iscrizione non teneva conto delle tempistiche necessarie per adempiere correttamente.
LA DECISIONE DEL CONSIGLIO DI STATO
Il 17 maggio, la Sesta Sezione del Consiglio di Stato ha accolto i ricorsi, sospendendo immediatamente l'operatività del registro fino al 19 settembre.
La sospensione ha congelato tutte le procedure di iscrizione presso le Camere di Commercio e ha fermato il capitolo delle sanzioni per i ritardatari.
LE QUESTIONI PRIVACY E GDPR
Nel motivare la decisione, il Consiglio di Stato ha evidenziato che al centro della controversia vi è la questione della privacy, in particolare la compatibilità della quinta Direttiva antiriciclaggio con il GDPR.
Secondo i ricorrenti, l'accesso ai dati previsto dalla Direttiva permetterebbe a una vasta comunità di professionisti ed enti in tutta l'UE di accedere a dati molto sensibili, senza una proporzionalità adeguata rispetto all'accesso stesso.
LE PROSPETTIVE FUTURE
Il Consiglio di Stato ha indicato la possibilità di rimettere la questione alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, dato che le questioni sollevate richiedono un approfondimento sul merito, soprattutto per valutare la conformità della normativa italiana al diritto unionale e la validità di alcune disposizioni della Direttiva rispetto al diritto sovraordinato dell'UE.
La prossima udienza è fissata per il 19 settembre, quando il Consiglio di Stato entrerà nel merito della questione. La sospensione del registro rimarrà in vigore fino a quella data, in attesa di ulteriori sviluppi.